In fiamme l’hub per i profughi ucraini di piazza XX settembre, nel centro di Bologna. I pompieri sono stati al lavoro fino a pochi minuti per domare l’incendio che è divampato questo pomeriggio nel tendone realizzato da Comune, prefettura e Ausl per le prime necessità di chi arriva dall’Ucraina. Non ci sono feriti.

È stato un “corto circuito” all’interno della struttura a causare l’incendio all’hub di piazza XX settembre, lo spazio di accoglienza per i profughi in arrivo dall’Ucraina aperto l’11 marzo scorso al centro di Bologna. “Escludiamo una matrice dolosa assolutamente“, dice il capo di gabinetto della Prefettura, Massimo Di Donato. “C’è stato un tempestivo intervento delle forze di polizia, ringraziamo i vigili del fuoco”. Ora, fa sapere ancora Di Donato, “ci adoperaremo per ripristinare subito il servizio di front office per l’accoglienza dei cittadini ucraini“. L’incendio “è durato poco”, assicura Di Donato.

Nello spazio, aperto l’11 marzo scorso, chi arriva in città si registra, effettua un tampone di controllo per il Covid e viene indirizzato sui vari servizi sociali a disposizione.

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Attendiamo di conoscere con precisione le dinamiche esatte dell’accaduto, che è comunque di origine non dolosa, ma rileviamo come non ci siano state persone coinvolte nell’incendio, grazie anche alla tempestività dei Vigili del Fuoco, del personale di polizia intervenuto in Piazza XX Settembre e degli operatori presenti nella struttura, che ha consentito di mettere in sicurezza persone e strumentazioni all’interno dell’hub. Siamo già al lavoro con la Prefettura e l’Ausl per individuare una nuova struttura in tempi rapidi e riprendere il lavoro per un servizio che sino ad oggi ha funzionato bene ed ha visto transitare dalla struttura oltre un migliaio di persone. Rinnovo il mio ringraziamento a tutti gli operatori di Comune, Ausl, Questura, Prefettura, Croce Rossa, ai mediatori culturali e linguistici e ai volontari che in queste settimane hanno lavorato in questo luogo per l’accoglienza di tante persone in fuga dalla guerra.”

(Foto e articolo da Agenzia DiRE – www.dire.it)

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