L’analisi del nostro Michele Fiorenza di Sportando.it dopo la vittoria della Fortitudo in casa contro la Virtus Roma
“Quasi automaticamente, una volta ritrovati i legni del Paladozza, la Fortitudo torna alla vittoria, superando la Virtus Roma nell’anticipo della 22° giornata. Un match in ghiaccio a poco meno di due minuti dal gong, con Robertson ad appoggiare il +14, ed incredibilmente riaperto nel finale dalla voglia di Roma e di Baldasso. “Abbiamo vinto solo di tre punti, ma era finita molto prima” dirà coach Martino a fine gara. Vero, ma la frittata nell’ultimo minuto poteva costare caro. Quattordici punti subiti in 60 secondi con 4 triple, paiono numeri irreali, e potevano abbattere quanto di buono si era fatto prima. Solo il tempo non ha concesso alla Virtus Roma di giocarsi pienamente l’ultimo possesso per completare la rimonta. Ed allora con Aradori sempre più trascinatore, e Robertson tornato a “ventellare”, la Pompea rimane attaccata alla zona play off, godendosi i 9 assist di Fantinelli, e un “semi” ritrovato Leunen. Quattordici triple centrate, tirando quasi col 50% da tre (si era fatto meglio solo con Trento), sono altro bel numero di serata, per chi prima di ieri sera dall’arco non ci prendeva un granché (30%). Cifre che raccontano la doppia faccia di questa Effe, che viaggia col 40% da tre quando vince, per poi scendere fino al 30 quando son gli altri ad esultare, numeri identici fra gare interne ed esterne, non una novità poiché i due punti arrivano praticamente solo a Bologna (9-2 il record). Poi c’è il secondo quintetto: che oggettivamente non mantiene i ritmi del primo, permettendo agli avversari di rientrare in gara. Il -47 totale di plus/minus fra Cinciarini, Mancinelli, Daniel e Stipcevic nel match di ieri sera, è la conferma della difficoltà di chi si alza dalla panchina. A Pesaro, dove potenzialmente potrebbero giocarsi tre match in tre giorni (ammesso che convenga davvero spremersi), servirà ben altro contributo”.