Di seguito la dichiarazione del sindaco di Bologna Matteo Lepore sulla sentenza del 2 agosto:

“Oggi come istituzioni siamo in questo tribunale per essere vicini alle vittime della strage e ai loro parenti che per 42 anni hanno cercato verità e giustizia. Siamo qui non solo per rappresentare le parti civili ma l’intera città, con le lacrime agli occhi per questa sentenza che fissa un punto della storia del nostro Paese. La bomba alla stazione ha ucciso 85 persone e ne ha ferite oltre 200. Ha squarciato la nostra città causando danni irreparabili, ma soprattutto ha squarciato la democrazia del nostro Paese.
Questa condanna dimostra che la Strage di Bologna fu la tappa atroce di un disegno eversivo, frutto della collaborazione tra estrema destra e apparati deviati dello Stato. C’era un’organizzazione finanziaria che i mandanti avevano costruito per alimentare la strategia della tensione. Un filo nero riconosciuto che ha tenuto in scacco l’Italia per molti anni, che ha inquinato la vita stessa dei cittadini italiani. Questa condanna dice che il 2 agosto non fu soltanto una questione di Bologna ma dell’intero Paese e credo che la politica e le istituzioni debbano seriamente riflettere su questo.
Voglio ringraziare l’associazione dei familiari, gli avvocati di parte civile, che sono stati fondamentali per questo risultato, i pubblici ministeri, i giudici, tutti coloro che hanno lavorato affinché la giustizia in Italia potesse funzionare. Questa sentenza dice quanto il nostro Paese sia capace oggi di avere quegli anticorpi che per troppo tempo, dal dopoguerra in avanti, hanno faticato ad affermarsi. Questa è davvero una pagina di storia attorno alla quale per molto tempo dovremo riflettere e lavorare.
Come Sindaco sento profondamente le emozioni di questa giornata. Non ci fermeremo, ve lo assicuro, finché piena luce su tutto non sarà fatta. Come Comune di Bologna continueremo ad essere al fianco dei familiari delle vittime”.

Il presidente e la vicepresidente della Regione, presente in aula in Corte d’Assise, dopo la sentenza al nuovo processo sui mandanti, che ha visto la condanna all’ergastolo di Paolo Bellini e ad alcuni di carcere per Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia.  La Regione parte civile insieme al Comune di Bologna – rappresentati dall’avvocato Andrea Speranzoni –, l’Avvocatura generale dello Stato e i parenti delle vittime

“Un momento di giustizia per la città di Bologna, l’Emilia-Romagna e il Paese. Che dobbiamo in primo luogo alla tenacia dei parenti delle vittime e al lavoro incessante dell’Associazione che li rappresenta, oltre ovviamente a quello degli inquirenti. Un ulteriore approdo lungo la strada per arrivare alla piena verità su una strage terribile e inaudita, tuttora difficile anche solo da immaginare”. Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente Elly Schlein, dopo la sentenza della Corte d’Assise di Bologna al nuovo processo sui mandanti della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che ha visto la condanna all’ergastolo di Paolo Bellini e ad alcuni di carcere per Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. La vicepresidente Schlein era presente in aula alla lettura della sentenza. La Regione Emilia-Romagna si era costituita parte civile nel processo insieme al Comune di Bologna, all’Avvocatura Generale dello Stato e a oltre cento familiari delle vittime.

“L’atto di giustizia di oggi colma un vuoto aperto in questi anni da gravissimi depistaggi- proseguono Bonaccini e Schlein- e lenisce una ferita senza ovviamente che possa cessare il dolore di fronte a ciò che successe il 2 agosto 1980 e nei decenni successivi. Con la sentenza viene accertato il ruolo nella realizzazione della strage di esponenti dell’estrema destra collegati con apparati deviati dello Stato, e il ruolo dei finanziatori e degli organizzatori della strage”.

“Soprattutto oggi ribadiamo la nostra vicinanza all’Associazione dei familiari delle vittime, al presidente Paolo Bolognesi, a tutti coloro che hanno sofferto e che tuttora portano con sé le conseguenze della strage- chiudono presidente e vicepresidente-. Come Regione intendiamo continuare a sostenere l’Associazione dei familiari, collaborazione- concludono- che ha portato alla digitalizzazione dei documenti e degli atti processuali, materiale dal quale sono scaturiti gli elementi che hanno portato a questo nuovo processo”.

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