Così fa male. Pensare di aver superato gli anni bui della disfatta contro la Svezia e un “tutto da rifare” che ci ha consegnato un nuovo allenatore, una nuova squadra, un Europeo e tante emozini. E adesso? Nuovamente il baratro.
La partita di ieri ha mostrato un’Italia dai due volti: pre e post Europeo. Tutta quella carica e quella grinta messa in campo la scorsa estate è stata di colpo spazzata da via..da che cosa? Le partite contro la Svizzera e la Bulgaria sono state avvisaglie di un qualcosa che pian piano si stava perdendo, spegnendo. La Macedonia del Nord si è dimostrato avversario ostico sotto l’aspetto mentale: ha aspettato, ha difeso, ha sbagliato, non ha sofferto la pressione, non hai mai creato ma, al momento buono, ha colpito. L’Italia ha il merito di aver creato tanto ma, allo stesso tempo, il grande demerito di non aver segnato. Le avvisaglie? Tante.
Col senno di poi si può disquisire su Scamacca o Zaniolo si o no, l’assenza di Chiesa, ecc. Il punto è che la squadra, dalla difesa al centrocampo non ha mostrato grandi problemi; sicuramente più su Verrati rispetto agli spenti Jorghino e Barella (che hanno qualche colpa sul rendimento). Cosa diversa invece l’attacco: Immobile desaparecido, Insigne che ho mai rischiato la giocata o il tiro e Berardi, nonostante si sia dimostrato il più attivo, non ha armato più di tanto quel sinistro che ben conosciamo in campionato, calciando spesso di destro e sciupando tanto. Ieri c’era la necessità di dimostrare nuovamente qualcosa ma tutto è andato storto e molti saranno i ragionamenti da fare per il futuro e per tutto il movimento calcio in Italia. Questa carenza di attaccanti denota una cosa: credere e investire nei settori giovanili, coltivare i talenti italiani e possibilmente farli crescere. Abbiamo abbondanza in tutti i reparti, ma lì davanti c’è necessità di accelerare.
Mister Mancini? Tra un po’ di tempo sapremo se la Nazionale continuerà con o senza di lui. Al Mancio il merito di aver risollevato una squadra, di aver cambiato mentalità e gioco e di averci regalato un Europeo che non bisogna assolutamente dimenticare di aver vinto. Una sconfitta che brucia anche per lui, giocatore prima e Mister navigato poi, che ha vinto in passato ma che oggi si trova ad affrontare il momento diffcile della sua carriera da allenatore. Continuare con lui? Speriamo di sì, perchè ha mostrato il suo valore, cosa può fare e dove può arrivare (capendo anche le sue colpe nell’ultimo periodo). Gli errori sono di tutti sia chiaro e “bisogna imparare dai propri errori”: la speranza è che sia così e che ci si possa risollevare quanto prima, cambiando. Se esiste un progetto con Mancini è giusto che venga portato avanti con lui, senza grandi rivoluzioni e nomi che potrebbero addiritura peggiorare le cose. Certo starà a lui decidere se continuare no, ma per una volta crediamoci e lavoriamo sulla continuità: adesso brucia, ma più avanti passerà come sempre.