Al via a Bologna da lunedì 14 febbraio lo screening regionale, sperimentale e gratuito, per eliminare il virus HCV, responsabile dell’epatite C. Lo screening è rivolto a tutte le persone iscritte all’anagrafe sanitaria nate dal 1969 al 1989, inclusi gli stranieri temporaneamente presenti, e, indipendentemente dall’età e dalla nazionalità, a chi è seguito dai Servizi per le Dipendenze (SerD) e ai detenuti in carcere. Circa 270 mila in tutto, nel territorio dell’Azienda Usl di Bologna.
Aderire allo screening, condotto da Azienda Usl di Bologna e Policlinico di Sant’Orsola, è molto semplice. La chiamata avverrà, infatti, tramite il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) e l’invio di un sms. I primi 8 mila in partenza il 14 febbraio.
Nell’invito verranno descritte le diverse modalità di prenotazione della prestazione HCV REFLEX (un prelievo di sangue venoso): attraverso Fascicolo Sanitario Elettronico, CUP Web, App ERSalute o agli Sportelli CUP. Non occorre prescrizione medica e non si paga alcun ticket.
È possibile aderire allo screening anche in occasione di esami ematici già prescritti per altre ragioni, anche durante l’effettuazione del prelievo.
Sul campione ematico verrà effettuato un primo esame sierologico, ed eventualmente successivo approfondimento necessario.
In caso di esito positivo dell’esame, il paziente verrà preso in carico dal centro specialistico di riferimento, che lo contatterà fissando direttamente la visita specialistica, sempre senza prescrizione, né pagamento di un ticket.
Allo stesso modo nei SerD e in carcere, dove già è in corso l’attività di screening HCV, verranno garantiti le attuali modalità di presa in carico specialistica e i follow up.
La sperimentazione di questo nuovo screening, finanziato dalla Regione con 1 milione 194mila euro, si concluderà il 31 dicembre 2022.
L’epatite C’è un’infezione pericolosa che può diventare cronica e portare a conseguenze progressive che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato. La maggior parte delle persone con epatite C cronica non presenta alcun sintomo o sintomi generali come stanchezza cronica e depressione. Grazie allo screening è possibile identificare i casi non noti e fornire le giuste terapie, consentendo di scongiurare l’evoluzione della malattia ed impedire il contagio di altre persone. In Italia si stima che circa lo 0.5% della popolazione conviva con una forma cronica di epatite C.