Imprese, lavoro, turismo e prezzi sono gli ambiti analizzati dall’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna per realizzare le lancette dell’economia bolognese, il report annuale che descrive i dati economici del territorio di Bologna. È una fotografia aggiornata sullo stato di salute dell’economia locale, metropolitana e comunale, sulla base dei dati relativi al 2020, un anno difficile e inedito segnato dalla pandemia del coronavirus.

Imprese
Le imprese attive in città al 31 dicembre 2020 sono più di 32 mila. Rispetto al 2019 crescono le imprese straniere con + 1.9% e le società di capitale con + 2.7%. Le imprese bolognesi tendono ad assumere una forma societaria di capitale, mentre sono in calo sia le ditte individuali che le società di persone.
In flessione le imprese attive nel commercio che perdono 93 unità rispetto a fine 2019, mentre sono in lieve aumento le imprese attive nel settore ricettivo, immobiliare e nelle comunicazioni.
Le ditte individuali sono in leggera flessione e rappresentano il 45.9% delle imprese bolognesi, di cui circa 4 mila con titolari provenienti dall’estero, in particolare da Cina, Pakistan e Bangladesh. Tra le imprese individuali, quelle femminili sono pari al 27%.
Un segnale positivo viene dalle start up attive a Bologna: a fine 2020 sono 227, in crescita di 9 unità rispetto al 2019 con + 4.1% e un’ottima performance rispetto al territorio nazionale.
Secondo i dati dello studio di Cerved sul fatturato delle imprese attive nel Comune di Bologna, nei primi 11 mesi del 2020 è andato perso l’11.2% del fatturato rispetto al 2019.
Il commercio estero, per lungo tempo motore dell’economia provinciale, mostra segni di affaticamento. Nel 2020 il valore delle esportazioni si contrae con – 7.1% sul dato del 2019, e le importazioni registrano una flessione del – 10.5%.

Lavoro
Il tasso di occupazione della Città metropolitana di Bologna si attesta al 71.5%, in calo di 1.4 punti percentuali. Il dato degli occupati è sui 472 mila. Nonostante la flessione dell’1.4%, Bologna è in seconda posizione per tasso di occupazione tra le province italiane dopo Bolzano.
Il tasso di disoccupazione della Città metropolitana di Bologna si mantiene inalterato al 4.4% e si evidenziano significativi tassi di disoccupazione soprattutto tra le giovani donne.
La simultanea diminuzione dei disoccupati e degli occupati a Bologna è giustificata dall’aumento di 10 mila inattivi in età lavorativa che passano da 150 a 160 mila unità in un anno.
Per il 2020 si attesta un gender gap occupazionale di 12 punti percentuali per tutte le fasce di età. Il divario più ampio si registra nella fascia di età tra i 35 e i 44 anni, mentre il gap minore è tra i 45 e i 54 anni.
Nel Comune di Bologna, gli occupati nel 2020 sono circa 185 mila, in calo di circa 4 mila unità rispetto all’anno precedente: il tasso di occupazione è stimato intorno al 72.2% e il tasso di disoccupazione si mantiene su livelli bassi con un 3.9%.
Nonostante il calo di occupati, Bologna si conferma prima tra i grandi comuni italiani per tasso di occupazione e supera Milano che ha un dato pari al 70.6%.
Gli inattivi sono passati da 55 mila a circa 61 mila e il tasso di inattività si attesta al 24.8%. Tra le grandi città, il più basso assieme a quello di Milano.
In fortissimo incremento l’utilizzo della cassa integrazione guadagni: nella Città metropolitana di Bologna nel corso del 2020 sono state autorizzate 80 milioni di ore.

Turismo
La pandemia del coronavirus ha interrotto il trend positivo dei turisti in città. Sino al 2019 si è registrato un forte aumento del flusso turistico nazionale e di provenienza estera.
Nel 2020 gli arrivi turistici sono diminuiti di circa un terzo rispetto a quelli registrati nell’anno precedente. Rispetto al 2019 si registra un calo del – 54.5% di turisti italiani e di – 76.4% di turisti provenienti dall’estero. Il traffico passeggeri dell’aeroporto Marconi è in calo di oltre il 70% in riferimento all’anno precedente.

Prezzi
L’inflazione media annua a Bologna si ferma nel 2020 al -0.5%, mentre la performance nazionale porta l’indice dei prezzi al consumo medio al -0.2%.

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