Nella prima fase, anche grazie alla quota di 1,7 milioni aggiunta dal Comune, sono state raggiunte 14.300 famiglie
Tornano i buoni spesa, la misura di sostegno alimentare per le famiglie che si trovano in difficoltà economica a causa della pandemia del coronavirus. Lo Stato ha trasferito al Comune di Bologna poco più di due milioni di euro: la Giunta guidata dal Sindaco Virginio Merola, su proposta dell’assessore a sanità e welfare Giuliano Barigazzi, ha deciso di assegnare 1,8 milioni di euro alla misura dei buoni spesa e le restanti risorse alla distribuzione dei pasti quotidiani a persone in difficoltà e a rischio di esclusione sociale.
Il Comune ha attivato l’erogazione dei buoni spesa a partire da fine marzo del 2020. Il fondo iniziale assegnato dallo Stato ammontava a oltre 2 milioni di euro, a cui il Comune di Bologna ha aggiunto proprie risorse per 1,7 milioni di euro, mentre altri 450.000 euro sono stati messi a disposizione da privati. In totale dunque la misura ha potuto contare su oltre 4,2 milioni di euro. L’erogazione non si è mai interrotta: in tutto da marzo 2020 il Comune ha sostenuto con i buoni spesa quasi 11.000 famiglie nella prima fase (sulla base delle domande raccolte attraverso un avviso pubblico), e 3.300 nella seconda fase, con la modalità di valutazione della situazione di bisogno da parte del Servizio Sociale Territoriale.
Nuovi buoni spesa: come funziona l’erogazione
Con la delibera approvata dalla Giunta, si avvia dunque la terza fase dell’erogazione dei buoni che avverrà con una modalità di valutazione semplificata attraverso il ricevimento dei cittadini agli sportelli sociali dei sei quartieri della città. Sarà richiesto loro di rispondere a un breve questionario in cui dovranno documentare il peggioramento delle proprie condizioni economiche a causa della pandemia e, attraverso l’estratto conto, di non avere depositi bancari superiori a 10.000 euro all’ultimo giorno del mese precedente la richiesta. Nell’erogazione sarà data la priorità a chi non ha ancora usufruito della misura di sostegno dei buoni spesa.
I buoni, acquistati dal Comune dalla Società Ristoservice Spa, saranno poi erogati anche in questa fase attraverso l’app Bologna Welfare (in mancanza di smartphone in grado di supportare l’app, è prevista la stampa del buono) e potranno essere spesi negli esercizi convenzionati.
Consulta l’elenco.
Il taglio dei buoni è di euro 25 l’uno e l’ammontare complessivo è:
- nuclei familiari unipersonali: 150 euro;
- nuclei familiari di due persone: 250 euro;
- nuclei familiari di tre persone: 350 euro;
- nuclei familiari di quattro persone: 400 euro;
- nuclei familiari di cinque persone: 500 euro;
- nuclei familiari di sei persone e oltre: 600 euro.
Nuovi buoni spesa: chi può richiederli e come
Possono richiedere i buoni spesa le persone residenti, singoli e nuclei familiari, che hanno subito un peggioramento delle proprie condizioni economiche a causa della pandemia del coronavirus. Per richiedere i nuovi buoni spesa è necessario prendere appuntamento contattando telefonicamente lo Sportello sociale del proprio quartiere di residenza a partire da lunedì 1 febbraio 2021 nelle giornate di:
- lunedì dalle 8.30 alle 12.30;
- martedì e giovedì dalle 8.15 alle 13.30.
I numeri da chiamare per prendere appuntamento o chiedere informazioni sono:
- Borgo Panigale-Reno: 051 2197611
- Navile: 051 2197213
- Porto-Saragozza: 051 2197894 e 051 2197899
- San Donato-San Vitale: 051 2196370
- Santo Stefano: 051 2197048
- Savena: 051 2197400
I cittadini già in carico al servizio sociale non dovranno prendere appuntamento con lo sportello.
Leggi tutte le informazioni per richiedere i nuovi buoni spesa.
Le risorse per la distribuzione dei pasti alle persone in difficoltà
Degli oltre due milioni di euro assegnati dallo Stato al Comune di Bologna, la giunta ha deciso di destinare 100.000 euro all’acquisizione di pasti preconfezionati da distribuire ogni giorno a persone fragili e a rischio di esclusione sociale, attraverso i servizi di Asp Città di Bologna. Infine, i restanti 150.000 saranno destinati a sostenere e incrementare la capacità di risposta degli Empori solidali, delle cucine popolari, delle mense dell’associazionismo religioso e del terzo settore attivi in città nel reperimento di risorse alimentari e generi di prima necessità e nella distribuzione di pasti quotidiani alle persone e alle famiglie in difficoltà.