Istituire un registro ministeriale che gestisca un protocollo delle attestazioni rilasciate dalle associazioni dei proprietari e degli inquilini ai sensi dell’articolo 1 Comma 8, articolo 2 comma 8 e articolo 3 comma 5 del decreto ministeriale 16 gennaio 2017 .
A chiederlo è Confabitare, nelle parole del suo Presidente ALberto Zanni, sottolineando che le previsioni normative hanno ingenerato non pochi dubbi interpretativi. In pratica per ogni contratto a canone concordato si deve produrre una attestazione, che deve contenere nella maggior parte dei casi una serie di dichiarazioni sui parametri, sulla superficie ed altro. L’ attestazione deve essere rilasciata dalle organizzazioni maggiormente rappresentative, così dice la legge, ma oggi si sta riscontrando un proliferare incontrollato di sigle sindacali che attestano i contratti, molte volte senza ben comprendere i rischi e la portata di questa asseverazione, sottolinea Confabitare.
L’attestazione fu introdotta per agevolare l’opera di vigilanza e controllo dei Comuni avendo gli stessi l’onere di seguire l’iter di formazione degli accordi locali e vigilare sulla loro buona applicazione. Vengono supportati dalle Associazioni sindacali nella verifica dei calcoli e delle caratteristiche, nonché nella corretta applicazione dei calcoli. In questo senso il registro delle attestazioni potrebbe essere un aiuto importante: dovrà contenere la tabella di calcolo del canone e il file di attestazione secondo i vari accordi territoriali stipulati nei singoli Comuni italiani. I Comuni potranno scaricare l’attestazione con il calcolo e saranno sicuri che la firma del documento è valida e autorizzata dal Ministero delle Infrastrutture. La Convenzione nazionale inoltre ha chiesto ai Comuni, di “assicurare modalità di monitoraggio”, ovvero di inserire in una griglia statistica i dati.
Ad oggi nessun Comune lo ha fatto. Confabitare perciò sollecita un confronto con le altre organizzazioni sindacali per dare importanza al progetto che il Ministero farà suo. Tecnicamente le procedure sarebbero semplici, il rilascio di un codice Qr per ogni attestazione archiviata, con il protocollo e la firma digitale. Il monitoraggio potrebbe essere invece effettuato con il coinvolgimento di istituti di ricerca universitari, Società di statistica e l’ausilio dell’ Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.