I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare di circa 70.000 euro, nei confronti di M.L.D.S., classe ’82 residente a Bologna, ritenuta responsabile del reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per aver indebitamento beneficiato di una pensione di invalidità per non vedenti e della relativa indennità di accompagnamento.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bologna, hanno permesso preliminarmente di accertare come la signora fosse stata riconosciuta dalla Commissione medica dell’INPS a partire dal 2005 come “cieca assoluta”, condizione che ricorre, a norma di legge, in caso di totale mancanza della vista o di mera percezione dell’ombra o della luce a 10 cm di distanza (c.d. motu mano).
I successivi accertamenti, condotti attraverso pedinamenti e appostamenti, hanno permesso di riprendere l’indagata in atteggiamenti del tutto incompatibili con lo stato di cecità assoluta. Infatti la stessa è stata immortalata non solo mentre camminava senza l’ausilio del proprio cane guida per le vie cittadine, ma anche mentre attraversava in modo disinvolto incroci e marciapiedi trafficati, si intratteneva nei negozi, a scegliere i prodotti da acquistare (controllandone attentamente il prezzo e la qualità) senza alcun accompagnatore.
E ancora, è stata sorpresa anche a introdurre, agevolmente e senza alcuna insicurezza, la chiave nella serratura del portone di casa, a evitare ostacoli che improvvisamente le si frapponevano lungo il cammino, ad accompagnare, senza esitazioni, i figli a scuola avvalendosi di un doppio passeggino.
In diverse occasioni, è stata vista mentre passeggiava col proprio cane guida senza il previsto guinzaglio rigido, svilendo in questo modo l’utilità di tale ausilio che, per un “autentico” non vedente, risulta uno strumento indispensabile per la propria mobilità ed autonomia.
Questo quadro probatorio è stato ulteriormente rafforzato dalle dichiarazioni rese dai medici legali dell’INPS di Bologna che avevano, anche recentemente, sottoposto a visita la signora che nel corso degli incontri aveva avuto comportamenti del tutto diversi da quelli risultanti dai video girati dagli investigatori, mostrandosi molto più lenta ed incerta nei movimenti, indossando occhiali scuri, dimostrando di non sapersi muovere da sola in un ambiente a lei sconosciuto e di non essere in grado di sedersi da sola.
Tali affermazioni, scrive il GIP dimostrano come “la donna avesse, nel corso degli anni, posto in essere una vera e propria messa in scena di fronte ai medici, soprattutto alla luce del fatto che non esistendo ad oggi esami medici specifici in grado di valutare in maniera oggettiva l’acuità visiva, quest’ultima viene valuta principalmente sulla base delle dichiarazioni e degli atteggiamenti soggettivi del paziente.”