I militari della Guardia di Finanza di Bologna hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare di € 3.419.211 nei confronti di M.M., classe ’65, e R.L., classe ’75, coniugi entrambi residenti a Bologna, in quanto ritenuti responsabili, in concorso, del reato di riciclaggio.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria sotto la direzione del Procura della Repubblica di Bologna, nella persona del Dott. Domenico Ambrosino, sono state originate dall’analisi di alcune segnalazioni di operazioni sospette nelle quali venivano evidenziate una serie di movimentazioni finanziarie anomale, coinvolgenti soggetti francesi e libanesi, che avevano visto transitare ingenti somme – tra l’altro – sui conti correnti degli indagati, lui italiano già residente in Francia e lei di nazionalità francese.
In particolare era emerso come gli indagati avessero ricevuto sui propri rapporti un totale di € 3.419.211,00 da un broker libanese e da una società a questi riconducibile, sempre localizzata nel “paese dei cedri”.
Le successive attività di approfondimento svolte dalle fiamme gialle su tali operazioni, che da subito erano apparse come incongrue e non giustificate rispetto al profilo e alla condizione economica dei beneficiari, hanno permesso di rilevare come il broker insieme ad un ex dirigente di un istituto di credito li aveva ritenuti colpevoli di abuso di informazioni privilegiate in relazione a due distinte Offerte Pubbliche di Acquisto, lanciate sul mercato finanziario transalpino, che avevano loro fruttato un illecito guadagno di oltre 6,5 milioni di euro.
Le indagini, svolte anche attraverso l’esecuzione di rogatorie internazionali in Libano e Francia, consentivano altresì di accertare come i due coniugi, dopo aver ricevuto le somme derivanti dalle citate illecite operazioni finanziarie, abbiano posto in essere una serie di vorticose operazioni intermedie di investimento/disinvestimento in titoli, beni mobili e immobili, anche servendosi di imprese create ad hoc, al solo fine di ostacolare l’individuazione della provenienza delle stesse e con l’intento finale di farle rientrare definitivamente in Francia nella disponibilità dell’ex dirigente bancario.
A riprova della gravità del quadro indiziario così delineato, il GIP ha evidenziato come “la serie quasi inestricabile di trasferimenti di questo denaro hanno reso davvero difficile identificare la loro provenienza delittuosa dai due delitti di insider trading”, integrando appieno la previsione dell’art. 648 bis del codice penale.
L’operazione odierna s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e a contrasto delle forme di riciclaggio che alterano le condizioni di concorrenza.